BUON TEMPO ORDINARIO!

Volantino NE                                                    Volantino CNT

  COMUNIONE... NON TEMERE...
 

 

Ogni rottura di comunione è mancanza di amore e di perdono.
(fra Adalberto Piovano)
 

Tu sei, Signore, il nostro coraggio, che ci aiuta a non cedere alla notte.
(fratel MichaelDavide)

 

 

La Parola

XXIII domenica del Tempo ordinario

8 settembre 2024

 

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi e si sciolse il nodo della sua lingua. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Mc 7,31-37 

PER LA RIFLESSIONE

VANGELO DI SENSI IN ASCOLTO

La guarigione inizia quando nel volto di qualcuno vediamo spuntare un germoglio di amore compassionevole.
Ancora un miracolo. Uno dei tanti.
Portano da Gesù un uomo prigioniero del silenzio, mentre la parola era murata dentro di lui. Una vita senza musica e senza voce, un sordomuto, come noi che non ci si capisce, che non si sa ascoltare, sordi come lui.
Siamo invasi da social che ci fanno comunicare con tutti, anche quando nessuno ci ascolta, ci piace essere conosciuti da un mucchio di sconosciuti.
Quel sordomuto è fortunato e non per la guarigione, ma perché attorniato da amici che si prendono cura di lui: e lo condussero da Gesù.
La guarigione inizia quando nel volto di qualcuno vediamo spuntare un germoglio di amore compassionevole.
E lo pregarono di imporgli la mano. Ma Gesù fa molto di più: lo prese in disparte, lontano dalla folla: ‘Io e te soli, per questo tempo niente conta più di te’.Non importa se è santo o peccatore. Soffre e basta.E noi? Quando invece di dire: sei malato, sei nevrotico, si dirà: vieni a cena da me, al riparo della mia amicizia?Li immagino occhi negli occhi, con Gesù che prende quel volto fra le mani, con poche parole e gesti molto intimi.Lo tocca e pose le dita sugli orecchi del sordo. Come lo scultore sulla creta che sta plasmando. Come in una carezza. A parlare è la tenerezza dei gesti. Poi con la saliva toccò la sua lingua. Spirito e parola condensati, in un vangelo di contatti, di odori, di sapori.Gesù opera la guarigione dei sensi, e per farlo li usa tutti; mani, occhi, orecchi, bocca, per ricondurci all’essenza della vita, perché è attraverso i sensi che percepiamo il mondo.
Guardando verso il cielo, emise un sospiro, e gli disse: Effatà! In aramaico, nel dialetto di casa, nella lingua della madre, ripartendo dalle radici: Apriti e non “apritevi”, si rivolge all’uomo intero e non ai suoi orecchi. Apriti, come si apre una porta all’ospite, le braccia all’amore. Apriti agli altri e a Dio, anche con le tue ferite, attraverso le quali vita esce e vita entra.
Una vita guarita è quella che si apre sul mondo: e subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. In realtà non è l’organo fisico dell’orecchio, in realtà è scritto che si aprirono ‘gli ascolti’. Si aprì la comprensione, non gli orecchi.
Se non sai ascoltare, perdi la parola. E sa parlare solo chi sa ascoltare.
Dono da chiedere instancabilmente, per il sordomuto che è in noi:
donaci, Signore, un cuore che ascolta (cfr 1Re 3,9).
Allora nasceranno pensieri e parole che ci faranno uscire dall’assurdo di parole non dette e non ascoltate, dall’assurdo che è l’uomo chiuso.
Che l’unica nostra parola sia: "apriti".
Se apri la tua porta, vita viene (Jaki Petrovic). (padre Ermes Ronchi)

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ANNO B

 

 

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         Letture... per te              

Manuel il piccolo guerriero della luce

Questo libro è la biografia di un bambino scritta a quattro mani da Valerio Boccia, per otto anni direttore generale e direttore editoriale dell’editrice LDC, e da Enza Maria Milana, madre di Manuel

E’ una storia bellissima.

Ma come può essere bella la storia di un bimbo morto di tumore a 9 anni dopo anni di atroci sofferenze?

Eppure in tutto il libro si respira aria di fede e di Amore di Dio

Il libro descrive la breve vita di Manuel Foderà segnata dalla sofferenza offerta per amore e per la conversione dei cuori induriti. Egli sapeva di aver ricevuto da Gesù una missione e definiva se stesso “guerriero della luce”: portava a tutti luce e speranza, dicendo che Gesù ci ama più di quanto noi possiamo amare Lui.

La comunione per lui era una vera intima unione con il suo grande Amico Gesù. Aveva in Lui una “fiducia incondizionata, smisurata” e Gli ha spalancato la porta del suo cuore.

Ha terminato la sua vita terrena, ma non la sua missione, a 9 anni, ed è riuscito ad entrare nel cuore di tanti: bambini, medici, suore, preti, frati, vescovi e tanti tanti altri.

A tutti regalava sorrisi, anche quando soffriva terribilmente, e preghiere.

La lettura di questo libro fa bene al cuore, fa riflettere sul senso della vita e della sofferenza e trasmette “luce”.

Questo libro è stato fortemente voluto dallo stesso Manuel, che ha chiesto alla sua mamma di scrivere molti libri su di lui, perché tutti potessero conoscere la sua storia.

La mamma Enza prendeva appunti e, come Maria, serbava ogni cosa meditandola nel suo cuore. E’ stata non solo testimone attenta e premurosa, ma anche sostegno nei momenti più difficili.

 

 

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